Alessandro Ferri con artisti di Roma (gennaio 2010)
Alessandro Ferri con Stelvio Cipriani nel 2010 |
Stelvio Cipriani (Roma, 20 agosto 1937 – Roma, 1º ottobre 2018) è stato un musicista e compositore italiano.
Autore di colonne sonore cinematografiche, sin da giovane è stato avviato allo studio della musica. Ha composto le musiche per oltre 300 film tra cui “Anonimo veneziano” che gli ha dato la fama mondiale vendendo 14 milioni di dischi. Ha lavorato, tra gli altri, con Steno, Mario Bava, Lucio Fulci, Carlo Lizzani, Stelvio Massi, Dino Risi e Luciano Ercoli. Alcuni dei suoi brani sono stati molto apprezzati da registi stranieri come Quentin Tarantino e inseriti in altri lungometraggi.
Conseguito il diploma in pianoforte e composizione presso il Conservatorio Santa Cecilia, si guadagnò da vivere suonando sulle navi da crociera e come accompagnatore di cantanti di musica leggera quali Rita Pavone, Tony Renis e Peppino Di Capri. Per un breve periodo negli Stati Uniti trovò anche l’occasione di essere seguito da Dave Brubeck.
Ritornato in Italia, iniziò a comporre colonne sonore con “The Bounty Killer” e altri film di produzione minore, tra i quali il western “Un uomo, un cavallo, una pistola” del cui tema Henry Mancini realizzò un arrangiamento nel 1968 (“A Man, a Horse and a Gun”) che ottenne un buon successo discografico. Nel 1970 le musiche per “Anonimo veneziano” gli diedero una notevole popolarità facendogli vincere anche il Nastro d’argento. Si dedicò quindi ai generi cinematografici più diversi, soprattutto drammatici, gialli e horror. Dal 1972, con “La polizia ringrazia”, divenne uno dei principali autori di colonne sonore del filone poliziesco, con attori molto noti quali Tomas Milian, Franco Gasparri e Maurizio Merli. Compose anche musiche per alcuni sceneggiati televisivi, come “Dov’è Anna?” che riscosse un incredibile successo di pubblico, e per film di produzione statunitense quali “Tentacoli” e “Piraña paura”, primo film di James Cameron. Negli anni ottanta ottenne altri buoni consensi con le colonne sonore per “Un povero ricco”, “Blu elettrico” e “Don Bosco”.
Lavorò poi a molti documentari, al musical “Maria di Nazareth. Una storia che continua...” (con interprete principale nelle vesti di Maria il soprano Alma Manera) e ad alcuni brani su commissione della Santa Sede. Compose e diresse “Tema di Karol” e una Messa dedicata a Giovanni Paolo II. Firmò la canzone “Turning round” per il film “Se ti piace... vai...” e la sigla della serie TV anime “Reporter Blues”.
Trascrizione della testimonianza di Stelvio Cipriani su Pino Rucher
“Roma 8-01-10
Era molto Bravo!
Era simpatico... Educato...
e soprattutto un Grande Professionista
... Peccato che non posso
più averlo come collaboratore
ed esecutore delle mie Colonne
Sonore... questa è la vita...
Rimangono i bei ricordi...
Ricordo “Testa t’ammazzo...”,
“Femina ridens”, “Una su 13”,
“L’uomo più velenoso del cobra”...
ecc...
Con profondo ricordo
Stelvio Cipriani”
Alessandro Ferri con Franco Riva nel 2010 |
Trascrizione delle testimonianze di Franco Riva su Pino Rucher
“Roma-25-09-08
Gent. Sig. Emiliano,
sono dispiaciutissimo di non poter
essere presente alla festa organizzata
per onorare il suo nonno Pino e contempo-
raneamente mi sento molto onorato
del suo invito.
Io con Pino ho trascorso una parte
non indifferente della mia vita e lo ricordo
sempre con molta simpatia. Pensi che io
mi sono sposato dopo che Pino è tornato
a Manfredonia, perciò mia moglie non lo
ha mai conosciuto; eppure di Pino conosce
nome, cognome e storia artistica, visto che
io gliene ho sempre parlato.
La mia conoscenza con suo nonno
risale a molto tempo fa; io allora
dirigevo saltuariamente l’orchestra di
ritmi moderni di Radio Roma (quella che
noi chiamavamo famigliarmente “l’orchestra
dei toscani”) ed un bel giorno mi sono
trovato un certo Pino Rucher seduto
al posto di Mario Gangi (chitarrista tito-
lare dell’orchestra) impegnato in un concerto
all’estero. Da quel momento il caso ha
voluto che non ci lasciassimo più per
molto tempo.
Il nostro rapporto, che all’inizio
era di reciproca stima professionale,
è diventato via via sempre più stretto,
tanto da sfociare in vera e propria
amicizia. Molto spesso ci trovavamo
anche al di fuori dei nostri impegni
professionali ed i nostri discorsi
finivano inevitabilmente in discus-
sioni tecnico-musicali.
Ho sempre ammirato in Pino
non solo il valore artistico ma anche
l’umanità e l’umiltà di cui era
impregnata la sua vita. Era un
perfezionista e ricordo che spesso, quando
lo invitavo a passare una serata al
cinema, mi rispondeva: “Mi scusi tanto,
maestro, ma questa sera vorrei proprio
esercitarmi un po’ allo strumento, sia
per non perdere l’agilità, sia perché sto
cercando di mettere su un nuovo brano
americano che è una bomba!” E dicendo
questo gli occhi gli si illuminavano.
Ecco, Pino era così: schietto, sincero,
innamorato pazzo del suo strumento e
della musica. Quante volte abbiamo
perso delle ore per cercare il modo più
originale per armonizzare una linea me-
lodica! Era un esercizio che ci mandava
in brodo di giuggiole.
Poi, un bel giorno, tutto questo è
finito. Pino mi disse: “Io ritorno a
Manfredonia; ma se per caso lei, Maestro,
avesse bisogno di me, mi faccia una
telefonata ed io la raggiungerò imme-
diatamente”. Io mi sono sempre trattenuto
dal telefonargli per rispettare la sua deci-
sione e così il nostro rapporto è finito
ma non è finito il mio ricordo per questo
grande musicista e grande amico che sento
ancora sempre vivo e presente accanto
a me. Sig. Emiliano, lei ha avuto un grande nonno!
Franco Riva”
“Ho avuto la fortuna di conoscere
Pino Rucher con il quale ho molto
lavorato a partire dalla metà degli
anni ‘50 e poi anche nei primi
anni ‘80.
Tra la miriade di incisioni in cui
mi sono avvalso degli assoli di Pino
Rucher rammento molte incisioni con
Claudio Villa ed altri cantanti
Ricordo la chitarra elettrica solista
di Pino Rucher in varie colonne sonore
da me curate, tra cui: Meravigliosa,
Quanto sei bella Roma, Fontana di Trevi,
Scanzonatissimo.
Mi torna in mente Pino Rucher anche
quale chitarrista dell’esordio di Milva
e delle prime incisioni della cantante
che io preparavo musicalmente e di cui
curavo gli arrangiamenti sotto l’incarico
della RAI per l’orchestra Angelini.
Quando Pino si ritirò da Roma mi disse di
non esitare a chiamarlo per condividere
nuovi progetti, ma purtroppo dopo pochi anch’io
interruppi l’attività in RAI.
Ora alla soglia dei 90 anni ancora ne sento
la nostalgia
Franco Riva”
Alessandro Ferri con Edda e Giacomo Dell’Orso nel 2010 |
Giacomo Dell’Orso, noto anche con lo pseudonimo di Oscar Lindok, è stato un compositore, arrangiatore e polistrumentista italiano, marito della più nota cantante Edda Dell’Orso.
Dopo la laurea in matematica intraprese la carriera musicale. A partire dagli anni ‘60 iniziò a collaborare con il cantante Nico Fidenco e al contempo incominciò la sua carriera come compositore di colonne sonore.
Oltre alle colonne sonore pubblicò album destinati al mercato delle sonorizzazioni Rai, in particolare utilizzando lo pseudonimo di Oscar Lindok. Sempre in Rai lavorò insieme al direttore d’orchestra Pippo Caruso nelle trasmissioni a lui affidate.
Durante la sua carriera compose anche musica da organo da utilizzarsi durante le celebrazioni cattoliche.
Edda Sabatini, coniugata Dell’Orso (Genova, 16 febbraio 1935), è una cantante italiana.
Per la sua attività nel mondo musicale ha sempre usato il cognome del marito, il noto compositore e pianista Giacomo Dell’Orso; la sua voce da soprano è legata principalmente alla colonna sonora del film “Giù la testa” di Sergio Leone, scritta da Ennio Morricone.
Genovese, si trasferisce a Roma con la famiglia; si diploma nel 1956 in canto e pianoforte all’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma, e comincia l’attività come corista nel gruppo corale di Franco Potenza.
Nel 1958 sposa Giacomo Dell’Orso, conosciuto all’Accademia nel 1952 e da cui avrà un figlio e una figlia; dopo due anni entra nei "Cantori Moderni" di Alessandroni, dove ha modo di partecipare all’incisione di molti 45 giri di artisti della RCA Italiana.
È appunto durante queste registrazioni, dove spesso è presente come arrangiatore Ennio Morricone, che il maestro nota la voce da soprano, con un’estensione di tre ottave, della Dell’Orso, e decide di affidarle delle parti da solista nella realizzazione di alcune colonne sonore, tra cui le più note di questo periodo sono “Il buono, il brutto, il cattivo” nel 1966 e “C’era una volta il West” nel 1968, entrambe di Sergio Leone.
Trascrizione della testimonianza di Edda Dell’Orso su Pino Rucher
“Roma, 19-1-2010
Posso solo dire che mi ricordo la sua
figura professionale di chitarrista elettrico
solista di tante colonne sonore registrate
insieme.
Mi è rimasto impresso il suo sorriso dolce
e gentile.
Edda Dell’Orso”
Alessandro Ferri con Enzo Gioieni nel 2010 |
Autorevole è il ricordo del cantante Enzo Gioieni su Pino Rucher.
Trascrizione della testimonianza di Enzo Gioieni su Pino Rucher
“Roma, 19/1-2010
Ricordo con piacere il nome
di Pino RUCHER un uomo e
artista professionale Vero!
Lo ricordo in qualità di
chitarra elettrica solista
in tanti film, tra cui
“Per un pugno di dollari”,
“Per qualche dollaro in più”,
“Il buono, il brutto, il cattivo”
Gioieni Vincenzo”
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